26 Aprile 2024

Il congedo matrimoniale come richiederlo e come funziona? Quando si può richiedere?

Finalmente abbiamo deciso di sposarci. Ci abbiamo messo un po’ di tempo, ma alla fine la decisione è arrivata. Dopo aver sentito mamma, papà, zii e zie, amici, potenziali suocere e qualche nemico, mettiamo in cantiere il grande passo.

Sarà giusto? Sarà sbagliato? “Lo scopriremo solo vivendo”, come recitava una famosa canzone di Lucio Battisti. Certo, il matrimonio magari non va più di moda come una volta. Adesso ci sono pure le Unioni Civili normate dalla legge. E ci sono tantissime convivenze di fatto di persone che vanno d’amore e d’accordo. Tuttavia il vecchio buon matrimonio ha ancora i suoi aficionados e quando le mamme decidono di non darci una lira se non ci sposiamo regolarmente, magari pure in Chiesa, sono dolori.

Per cui armiamoci di santa pazienza e cominciamo da subito con le famose incombenze di rito, che sono tante, richiedono comunque tempo e spesso sono pure onerose. Magari non attribuiamo più alla cerimonia matrimonio, quel significato di carattere sociale di una volta, peraltro ancora così importante in altre Nazioni, ma lo scambio rituale degli anelli e il fatidico sì, fanno ancora un certo effetto.

Almeno, nell’immaginario collettivo c’è una lacrima che scappa sempre, sia che la celebrazione sia frugale o pomposa, sia se ci si reca in Chiesa o al Comune di appartenenza. Ma dicevamo delle incombenze, molte e impegnative. La scelta del luogo dove celebrare, la scelta del ristorante, gli inviti a parenti e amici, la cernita dei regali e chi più ne ha più ne metta.

Ma manca una cosa: il congedo matrimoniale. Sì, proprio il congedo matrimoniale, importante anch’esso ovviamente, per utilizzare al massimo ogni nostro diritto, anche quello ad avere a disposizione il giusto periodo per fare tutto nel migliore dei modi. Ivi compreso una sacrosanta luna di miele ai Caraibi. O magari anche in Sicilia, secondo le possibilità.

Congedo matrimoniale come richiederlo: la prassi

congedo matrimoniale come richiederlo
pic@PxHere

E in verità qualche volta nemmeno il lavoratore sa che esiste il congedo matrimoniale. Di cosa si tratta esattamente? E’ un istituto vecchio, risalente addirittura al 1937, previsto da Regio Decreto n. 1334. Siamo in piena epoca fascista, quindi. Attualmente il congedo prevede un periodo di astensione retribuito per un massimo di 15 giorni. Questo consente, ovviamente, di non dover far ricorso necessariamente alle ferie.

Il congedo matrimoniale spetta a tutti coloro che intendono contrarre matrimonio civile o concordatario. Il periodo di fruizione deve essere continuativo e non frazionato, e nei giorni vanno conteggiati anche i fine settimana. Il permesso matrimoniale deve essere richiesto almeno 6 giorni prima della cerimonia di celebrazione. La richiesta va fatta al datore di lavoro.

E’ evidente che, specialmente nelle realtà piccole, è meglio presentare la richiesta non all’ultimo momento, al fine di consentire al datore di lavoro di organizzarsi al meglio per supplire all’assenza del nubendo. Per quanto riguarda la retribuzione, essa viene garantita in parte dall’INPS e in parte dallo stesso datore di lavoro.

Da notare che l’assegno non spetta a chi contrae il solo matrimonio religioso, vale a dire senza la ratifica da parte dello Stato in base alle norme concordatarie. Anche i vedovi e i divorziati, se decidono di sposarsi con i criteri esposti sopra, hanno diritto all’ulteriore assegno per congedo matrimoniale.

Quindi si tratta di un istituto a tutto vantaggio del lavoratore, previsto dallo Stato e dai contratti collettivi, con lo stesso Stato che si fa carico di una parte non indifferente di ciò che viene erogato al lavoratore. Tutto sommato, a parte la magnifica e forte tutela dello Statuto dei Lavoratori con la Legge 300/70, qualche piccola cosa positiva è stata fatta anche prima.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *