29 Marzo 2024

Mononucleosi Quali sono cause e sintomi? E come si cura.

Ecco che arriviamo a una delle malattie tipiche del periodo giovanile, la mononucleosi. Si tratta di una malattia infettiva in genere non grave, salvo ovviamente complicanze. Alla base c’è un virus che solitamente si trasmette con la saliva.

Questa, tra l’altro, è la ragione per la quale la mononucleosi viene anche definita la malattia del bacio. Il virus che provoca la malattia di chiama virus di Epstein-Barr (EBV), il quale appartiene alla ben nota famiglia degli herpes virus. I principali sintomi della malattia sono diversi, e assomigliano molto a quelli dell’influenza, vale a dire: mal di gola, febbre, senso di stanchezza, ingrossamento dei linfonodi.

Durante la malattia abbiamo una produzione maggiore di cellule mononucleate (monociti e linfociti). La mononucleosi può dare anche altri sintomi, tra cui fotofobia, tosse, senso di nausea, milza ingrossata, mal di testa e anche patina bianca sulle tonsille. Il livello di contagiosità della malattia in verità non è alto. Vengono interessati soggetti di età compresa mediamente fra i 15 e i 35 anni. Tuttavia la mononucleosi può colpire anche in età adulta.

L’infezione trova un suo terreno favorevole quando l’organismo è già indebolito, magari a seguito di un’altra malattia o di un periodo di particolare stress. La malattia è diffusa pressoché in tutto il mondo ma, essendo a basso tasso di contagiosità, è abbastanza raro che possa provocare epidemie, peraltro limitate e solo in particolari condizioni, magari in presenza di gruppi di persone a stretto contatto e in scarse condizioni di igiene.

Mononucleosi quali sono Cause e sintomi

Mononucleosi quali sono Cause e sintomi

In base ad alcune ricerche risulta che nove persone su dieci siano entrate in contatto col virus di Epstein-Barr, ma la maggioranza di queste ha sviluppato specifici anticorpi e quindi sostanzialmente non ha contratto la malattia. La mononucleosi si può contrarre in diversi modi. Dicevamo che la via principale è quella della saliva; ma si può contrarre anche attraverso le urine, i rapporti sessuali, le trasfusioni di sangue o di emoderivati.

Esiste poi una modalità di trasmissione indiretta, per esempio attraverso il contatto con oggetti contaminati, come piatti, posate, bicchieri, giocattoli e altri, dove magari si è depositata la saliva o si sono depositate le goccioline della tosse. Perfino i portatori sani della malattia possono essere fonte di contagio. La malattia si manifesta di solito in un periodo compreso fra 3 e 6 settimane dall’inizio del contagio.

Dopo qualche settimana la malattia tende a scomparire quasi completamente. Il senso di stanchezza, tuttavia, può durare ancora per qualche settimana. La diagnosi certa avviene con la constatazione della presenza di caratteristici linfociti nel sangue, insieme a test anticorpali e riscontri sierologici. Le ricadute sono abbastanza rare; tuttavia, dopo la guarigione, il virus può restare latente e può riattivarsi dando vita alla sindrome da fatica cronica, uno stato di debilitazione che può durare anche dei mesi.

Per curare la malattia è richiesto riposo per qualche settimana. Per la mononucleosi non si conoscono farmaci specifici, ma soltanto terapie sintomatiche. Quindi saranno somministrati, alla bisogna, analgesici e antipiretici, con l’esclusione dell’acido acetilsalicilico che può dare complicanze.

Nei casi più gravi si possono somministrare corticosteroidi, ma soltanto sotto stretto controllo medico. La mononucleosi può dare anche complicanze di una certa importanza, se pur raramente. Fra queste ricordiamo l’anemia emolitica e la piastrinopenia; inoltre, per quanto riguarda il sistema nervoso centrale, convulsioni, alterazioni del comportamento, encefaliti, meningiti. In alcuni casi è possibile anche il coinvolgimento di cuore e polmoni.

Per quel che riguarda la prevenzione, più che altro si può parlare di attenzione, cioè a dire cercare ad esempio di evitare il contatto con persone nelle quali la malattia è già conclamata. E’ evidente poi che un sistema immunitario bene attivo e funzionante rappresenta uno scudo importante contro la patologia.

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