19 Marzo 2024

Assegno sociale (ex pensione sociale): un aiuto ai disagiati

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L’assegno sociale rappresenta un aiuto economico che lo Stato Italiano concede a quei cittadini che vivano una situazione di palese disagio economico, con redditi uguali o inferiori ad un limite che lo Stato Italiano annualmente definisce (una sorta di soglia di povertà) come tetto massimo per poter rientrare in quelle categorie reddituali aventi diritto all’assegno sociale. Oltre a dover dimostrare che i redditi non superino quella determinata soglia, per poter aver diritto all’assegno sociale occorre presentare un’apposita domanda.

In precedenza, e precisamente fino all’anno 1996, questo contributo statale erogato alle persone e/o famiglie in difficoltà economica, aveva il nome di “pensione sociale”.

L’assegno sociale, come anticipato, viene concesso a quei cittadini il cui reddito “personale” non superi la soglia prefissata dalla legge, mentre nel caso di persone coniugate, sarà il reddito cumulativo dei due coniugi a determinare l’eventuale assegnazione del contributo, laddove non superi una determinata soglia, ovviamente superiore a quella stabilita dalla legge per i single.

Come funziona l’assegno sociale

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La concessione dell’assegno sociale agli individui ed alle famiglie economicamente disagiati è temporanea, nel senso che la verifica dei requisiti per averne diritto viene ripetuta a cadenza annuale, anche perché, oltre al potersi verificare miglioramenti nella situazione economica dei soggetti richiedenti, anche la soglia, come già visto, viene ricalcolata di anno in anno.

Un’altra caratteristica di questo contributo economico dello Stato Italiano è che strettamente personale (neanche gli eredi di un percepente, di conseguenza, possono vantarne diritto) e non può essere esportato, nel senso che sarà concesso esclusivamente a chi risieda in territorio italiano.

La legge prevede espressamente che il percepente l’assegno sociale che dovesse recarsi all’estero, al trentunesimo giorno di soggiorno in terra straniera vedrebbe sospendersi d’ufficio l’erogazione del contributo stesso. Nel caso poi che il soggiorno all’estero si prolunghi per oltre un anno solare si andrebbe incontro addirittura alla revoca definitiva dell’assegno sociale.

Assegno sociale: chi ne ha diritto?

L’assegno sociale, il “sostituto” dal ’96 della pensione sociale, è una sorta d’aiuto che lo Stato Italiano concede a chi viva sotto quella che, secondo dei calcoli ben precisi e parametrizzati da apposite leggi, viene definita la “soglia di povertà”.

Ma quali sono questi parametri? Ed esistono ancora altri requisiti, oltre alla misura del reddito personale e/o familiare, indispensabili per ricevere l’assegno sociale? Vediamo insieme i:

Requisiti e caratteristiche indispensabili per l’ottenimento dell’assegno sociale

Iniziamo con il dire che anche da un punto di vista anagrafico l’assegno sociale non è destinato proprio a tutti: occorre avere almeno 65 anni e tre mesi di vita. E’ necessario, poi, essere un cittadino italiano, oppure anche cittadini stranieri comunitari, ma, in questo caso si deve necessariamente essere iscritti all’anagrafe del comune di residenza. Naturalmente l’assegnazione prevede il requisito principale, e cioè lo stato d’indigenza (un’apposita legge stabilisce dei parametri ben precisi, che vengono modificati di anno in anno, con i quali viene calcolata la soglia reddituale, quel tetto massimo, cioè, che se si supera il quale, non si ha più diritto alla riscossione dell’assegno sociale. Questo tetto massimo è ovviamente diverso se si tratta di single o di individui coniugati per i quali, ovviamente, il tetto massimo da non superare si riferisce, è vero, al reddito cumulativo di entrambi i coniugi, ma è più elevato di quello previsto per gli individui non coniugati).

Anche i cittadini stranieri extracomunitari possono avere diritto all’assegno sociale, ma per averlo devono possedere un regolare permesso di soggiorno CE, specifico per i cittadini extracomunitari che soggiornino a lungo nel nostro paese (in precedenza questo documento aveva il nome di “carta di soggiorno”).

Per tutti vale la regola che si deve avere residenza stabile, continuativa ed effettiva nel nostro paese da almeno dieci anni.

via: www.prestitoblog.it