Il vetro è uno dei materiali più diffusi ma anche più affascinanti esistenti al mondo, soprattutto perché può assumere le forme, i colori, le caratteristiche più svariate.
Ma naturalmente il vetro non si trova in natura, non esiste una cava o un pozzo dove “pescarlo” o trovarlo, ma si ottiene dalla combinazione di altri materiali.
Voi sapete cosa ci vuole per produrre il vetro?
Cominciamo subito col dire che la produzione si articola in più fasi: dalla miscelazione delle materie prime alla fusione in altoforno, dal taglio delle gocce incandescenti all’imballaggio del prodotto finito.
La materia prima è la sabbia silicea e altri componenti chimici a seconda della qualità di vetro. Il vetro comune è detto anche “vetro siliceo”, in quanto costituito quasi esclusivamente da diossido di silicio (SiO2).
Questi materiali, una volta setacciati, essiccati e pre-riscaldati, sono condotti alla fornace, alimentata in modo molto lento, ma che può raggiunge persino la temperature di 1800 °C.
Le fornaci industriali in genere sono alimentate da gas naturale o olio combustibile e raggiungono una temperatura di 2.867 °F, equivalenti a 1575 °C.
Una volta fusi i materiali, si adoperano tecniche diverse a seconda dei prodotti in vetro che si vogliono realizzare, come la soffiatura (per i vetri artistici), lo stampaggio (per bicchieri e contenitori), la filatura e la colata.