Il disturbo bipolare è di sicuro un male del nostro tempo. Ma che cos’è, quali sono i sintomi e come si cura?
Un contadino di cento o duecento anni fa non aveva il disturbo bipolare, e in generale era molto difficile che soffrisse di problemi psicologici o di emicrania da stress. Era così occupato con il suo lavoro e con i problemi quotidiani, magari anche solo quelli alimentari, che non aveva il tempo di pensare troppo, di macerarsi dietro a paure inconsce o magari inesistenti.
Ma di tempo ne è passato, l’uomo è cambiato, è migliorato in termini di salute e in termini di qualità della vita: ragion per cui ai problemi strettamente fisici, si sono affiancati progressivamente quelli di natura psicologica, a volte anche gravi. Senza contare che ormai esistono scuole di pensiero che fanno risalire alla mente una gran parte delle malattie.
Ne consegue che, curando la mente, ci sono buone possibilità che sia curato anche il corpo. L’omeopatia o altre medicine di derivazione più o meno orientale, dicono proprio questo. Non sappiamo fino a che punto tutto questo sia vero, tuttavia di interconnessioni fra la salute fisica e quella mentale ne vediamo molte e sono evidenti. Non a caso i nostri avi Latini erano soliti dire mens sana in corpore sano.
Per il resto ci ha pensato Freud e tutta la scuola psicanalitica che ha pervaso in maniera così importante la cultura e la medicina del Novecento. Il disturbo bipolare è un tipico prodotto della mente che funziona male. Non è molto frequente, ma è molto particolare, e come tale reca con sé tratti di gravità da non sottovalutare.
Disturbo bipolare sintomi e cura
Si tratta di una problematica che sovente è invalidante e che quindi merita una particolare attenzione clinica. Anche perché coloro che soffrono di questa patologia, spesso sono inconsapevoli di esserne colpiti. Il disturbo bipolare, altrimenti detto bipolarismo, si caratterizza per avere due fasi ben distinte e sostanzialmente opposte.
Esiste la fase depressiva, segnata da umore molto basso, visioni negative totalizzanti, come se non ci fosse nulla di positivo. Durante questa fase solitamente l’appetito scarseggia ed anche le energie. Anche il sonno risulta alterato. Non solo: abbiamo una scarsa capacità di concentrazione e, nelle fasi più acute, si può registrare anche una tendenza al suicidio.
Poi c’è la fase maniacale, che può verificarsi immediatamente dopo quella depressiva, in maniera brusca o anche più progressiva. In questa fase si manifesta un umore molto elevato, un iperattivismo, un eccessivo e ingiustificato ottimismo sovente accompagnato da una sorta di delirio di onnipotenza. Due persone completamente diverse, insomma, Doctor Jekyll e Mr Hyde.
Addirittura in questa seconda fase spesso non si sente nemmeno la necessità di mangiare e di andare a dormire, una sorta di iper-eccitazione prolungata come se si fosse sotto l’effetto di una qualche droga. E’ evidente che i due estremi sono altrettanto negativi e, proprio perché diversi l’uno dall’altro da un punto di vista comportamentale e della fenomenologia, non è nemmeno facile l’approccio curativo.
Le cure sono comunque, dopo attenta diagnosi, solitamente indirizzate verso la farmacoterapia, la quale è a base di stabilizzanti dell’umore e antidepressivi (triciclici o SSRI). Il tutto deve avvenire, naturalmente, sotto stretto controllo medico. Nel trattamento della fase maniacale acuta sono utilizzati antipsicotici o neurolettici.
Ma al trattamento farmacologico, molti medici consigliano di associare un trattamento psicoterapeutico; in questo senso sembrano essere particolarmente indicati gli specialisti che seguono l’indirizzo cognitivo-comportamentale. Dagli studi effettuati, in effetti, risulta che la combinazione farmaci-trattamento psichiatrico si ottengono i risultati migliori.
I benefici saranno evidenti nella vita quotidiana relazionale del paziente, sia in ambito più strettamente privato che in ambito lavorativo.